VIA FRANCIGENA TAPPA 33
In questa tappa 33 della via Francigena proseguirò il cammino iniziato a Lucca i giorni precedenti. Se non hai visto le puntate precedenti di questo mio cammino sulla via Francigena, vai a vederle sul mio canale perché ti sei perso le migliori tappe della via Francigena in Toscana.
SCORRI TRA LE TAPPE
⬅️TAPPA 32 – TAPPA 34 ➡️
Di seguito ti riassumo quanto fatto e se non lo hai visto vai a vedere il mio video su YouTube sotto. Se non hai visto il video, prova a vederlo e magari mettimi un like al video o se preferisci. 👍 Questo mi aiuterà a crescere. Grazie! 😄
Non fatevi ingannare dalla lunghezza del post. Ci sono tantissime immagini!
Partiamo! La credenziale del pellegrino l’avevo già acquistata in precedenza all’info point a San Miniato, città che dista solo 20 chilometri da casa mia, pagando i 5 euro in contanti. Se non sai cosa è la credenziale, ti invito a leggere questo primo post sulla via Francigena che ti spiega esattamente che cosa è il cammino e tutto ciò che gli ruota attorno in termini di credenziali, timbri e testimonium.
INDICE
VIA FRANCIGENA TAPPA 33
ALTIMETRIA

DATI TECNICI
💪 Difficoltà: Media 🟡🟡🟡
📍 Partenza: Piazza Roma (Monteriggioni)
📍 Arrivo: Piazza del Camp (Siena)
🛣️ Distanza: 20 chilometri
⏱️ Tempo di percorrenza a piedi: 4.30 h
🚰 Quanta acqua portare: 1 litri
↗️ Dislivello in salita: 330 m
↘️ Dislivello in discesa: 282 m
⬆️ Quota massima: 354 m
Strade pavimentate: 42%
Strade sterrate e carrarecce: 33%
Mulattiere e sentieri: 25%
🚴♂️ Ciclabilità: 95%
Come arrivare al punto di partenza: Linea FS Empoli-Siena, stazione Castellina Scalo
PARTENZA DA MONTERIGGIONI
Davvero un peccato lasciare Monteriggioni. La notte trascorsa qui è stata bellissima e molto emozionante. Avevo sentito parlare da amici che i pellegrini non erano ben voluti a Monteriggioni. Mi avevano parlavano del fatto che a Monteriggioni solitamente c’è più un turismo di élite cioè di persone che viaggiano e spendono molti soldi per dormire nel castello, dove le camere si prenotano a 70 euro a notte ma devo ammettere che non ho notato questa freddezza.

Attraversiamo io e mio padre piazza Roma ed i bar stanno aprendo proprio adesso. Lasciamo il castello passando da porta Romea o porta Franca e ci lasciamo alle spalle le bellissime mura e le bellissime torri.

Il sentiero passa di fianco ad un parcheggio per poi immettersi in un sentiero che sbuca sulla strada asfaltata davanti ad una scuola. Si attraversa la via Cassia Nord e si prosegue in salita su un bellissimo sentiero bianco che ci porta su bellissimi ulivi e alberi.
VERSO CERBAIA
La strada si fa bella ripida ed in salita. Poco prima di deviare verso il bosco, giratevi per vedere Monteriggioni da lontano. Molto fotogenico da questa prospettiva.

La strada prosegue sotto al bosco e si costeggiano diverse case di Campagna con Cavalli, Maiali, Galline e qualche Capretta.

Si prosegue sul sentiero bianco arrivando a costeggiare il bosco, sfiorando Bracciano. La strada svolta a destra (attenzione a non distrarvi) e prosegue verso Cerbaia arrivando fino ad una località chiamata Casavecchia. Qui si attraversa una strada asfaltata e si arriva al Castello della Chiocciola.

Attenzione. Qui al Castello della Chiocciola c’è un signore che non gradisce i pellegrini. Assieme ai ragazzi di Gessate abbiamo provato a fare delle foto appoggiandoci al muretto. Dopo nemmeno 3 minuti è uscito un uomo che ci ha minacciato di chiamare i Carabinieri perché avevamo “invaso” la sua proprietà privata. Addirittura, è uscito di casa a corsa senza scarpe e senza calzini per venircelo a dire. In modo molto affannoso continuava a parlare ed a chiederci di toglierci di torno. Ovviamente la cosa l’ho già segnalata ai responsabili della via Francigena (forse anche ai carabinieri? forse!) e come potete vedere dalle recensioni su Google Maps qui sotto, (recensione del 2018)

non sono stato il primo e non sarò penso l’ultimo ad avere la stessa tipologia di esperienza con tale personaggio. Occhio ragazzi mi raccomando.
Dopo questa breve ma intensa esperienza non ci facciamo abbattere ed arriviamo dopo poche decine di metri al punto sosta “La Villa”. In questo posto, volendo, si può fare sosta perché c’è una fontana e se suoni il campanello, il gentilissimo Marcello (il proprietario molto più gentile di quello del castello della Chiocciola) verrà ad aprire la porta offrendovi da bere e da mangiare. Ovviamente è a donativo, cioè si può dare qualcosa in cambio di questo servizio.

Noterai sicuramente il posto perché dopo il castello della Chiocciola appariranno dei bidoni tutti colorati e dei tavoli e sedie fatti di legno. Vedi tu se fermarti o meno.

Noi avevamo gamba e abbiamo deciso di proseguire. Da questo punto esatto, abbiamo percorso già 8 chilometri e siamo quasi a metà della tappa numero 33 di questa via Francigena! Fantastico.
PIAN DEL LAGO
Una volta lasciato il punto sosta la Villa, il sentiero bianco incrocia l’asfalto. La piana che vedete tutta attorno a voi si chiama Pian del Lago, dove un tempo sorgeva un bellissimo lago ormai svuotato dei canali artificiali.

Devi percorrere un pezzo di asfalto costeggiando la carreggiata delle auto per un paio di chilometri circa per poi svoltare a sinistra, proseguendo sempre su asfalto, e poi di nuovo verso sinistra stavolta percorrendo un sentiero bianco. Semplice da vedere perché, appena la strada inizierà a salire dentro una serie di alberi, dopo pochi metri parte il sentiero bianco che arriva fino all’eremo di San Leonardo al Lago.
L’INCONTRO INATTESO
Poco prima di entrare dentro al sentiero bianco che gira a sinistra verso l’eremo di San Leonardo al Lago, faccio un incontro casuale.

Un signore con un libro in mano esce da un sentiero secondario dentro la boscaglia. Chiedo informazioni in merito alla strada e quanto mancava all’eremo. Dalle risposte capisco subito che il professore Fausto Landi, il signore che ho incrociato, ne sapeva di informazioni e si percepiva che era stato una guida turistica del territorio.
Scopro alla fine che ha scritto dei libri sul suo paese chiamato Santa Colomba che sorge sulla collina proprio sopra la strada asfaltata che stiamo facendo e qualche altro libro su Monteriggioni. Mi fa una spiegazione enorme su tutto il territorio, su Pian del Lago e su come fosse stato bonificato, sull’Eremo di San Leonardo al Lago, sul Canale del Granduca e sulla Piramide che troveremo più avanti.

Sul video su Youtube ho messo veramente solo una piccola parte riassuntiva ma giuro che sono stati quasi dieci minuti pieni di spiegazioni e storie dove sono rimasto a bocca aperta. Se hai pazienza, leggerai tutte le storie più avanti.
Insomma ringraziando per aver arricchito la mia giornata con la sua presenza, saluto il professore e proseguo con i ragazzi di Gessate sul sentiero bianco.
EREMO DI SAN LEONARDO AL LAGO
Dopo aver imboccato il sentiero bianco dopo poche centinaia di metri arrivo in prossimità di un bivio. La strada devia a destra e arriva in salita fino all’eremo di San Leonardo al Lago. Ti consiglio di fare la deviazione di soli 600 metri perché vale veramente l’esperienza.
La strada poi dopo l’Eremo taglia e si ricongiunge alla tappa 33 della via Francigena, senza troppa fatica in più.

L’Eremo sorge su una collina che domina tutto Pian del Lago ma che non possiamo ammirare da qua in alto per via dei grandi querce e lecci che lo avvolgono. Da lontano infatti l’eremo non si nota molto facilmente.

Per entrare dentro l’Eremo si deve suonare il campanello a fianco del piccolo cancello all’ingresso. Il Custode vi verrà ad aprire e vi farà vedere, il refettorio, il cortile col pozzo e la bellissima Chiesa. L’ingresso è gratuito ma vi verrà consegnato comunque un biglietto per registrare gli ingressi.

L’orario d’ingresso è dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 15:30. Potrebbe variare nel corso degli anni futuri, nel caso andate a vedere su google maps e segnalatemi eventuali variazioni.
LA STORIA
Le prime notizie certe che testimoniano la presenza di una comunità eremita, in questo posto, risalgono all’anno 1112, ma la sua esistenza sembra risalire ad un’epoca precedente al XII secolo. Nel 1239 l’eremo passò agli Agostiniani e nel 1250, con una bolla papale, fu unito a quello vicino e più noto di San Salvatore di Lecceto. La presenza di notevoli personalità religiose locali, tra cui il beato Agostino Novello, che vi trascorse gli ultimi anni della sua vita e vi morì nel 1309, contribuì a trasformare San Leonardo in meta di pellegrinaggio.

L’Eremo di San Leonardo al Lago, conobbe un periodo di grande prosperità grazie alle donazioni di terre e alle offerte dei devoti, nonché al diretto intervento di istituzioni pubbliche, come l’Ospedale di Santa Maria della Scala e la Repubblica di Siena, che ne promossero il rinnovamento.
I resti della cinta muraria e due torri, una rotonda e una quadrata, attestano che nel 1366 l’eremo fu fortificato per accogliere le vicine popolazioni di Santa Colomba in periodo di guerra.

Lo sviluppo architettonico del complesso monastico risente dell’adesione dei primi eremiti all’ordine agostiniano: a pianta quadrangolare con edifici articolati attorno al chiostro.
IL REFETTORIO
Nel locale al pian terreno, di fianco alla Chiesa, sorge un locale che era originariamente destinato a refettorio. Una volta entrato rimarrai abbagliato dall’affresco che si trova su tutta la parete. La bellissima raffigurazione della Crocifissione è di Giovanni di Paolo nel suo periodo giovanile, intorno al 1445.

Il vecchio proprietario purtroppo ha demolito parte dell’affresco per costruirci un soppalco. Dopo che questi locali sono passati in mano di nuovo al comune, si sono fatti i lavori di restauro per salvaguardare l’affresco e renderlo accettabile. Rimane però una grande striscia bianca dove appunto era presente il soppalco.

L’opera comunque rimane stupenda e con l’immaginazione possiamo completare l’affresco una volta davanti.
LA CHIESA
Elemento di spicco dell’Eremo è la bella chiesa a navata unica interamente realizzata in pietra e mirabilmente conservata nella semplicità delle sue linee medievali.

Nel Trecento fu ampliata la primitiva chiesetta romanica e realizzata la nuova chiesa gotica a navata unica, suddivisa in tre campate e abside rettangolare.

La chiesa è stata oggetto di pesanti interventi decorativi di gusto neogotico. Nella zona absidale si conservano affreschi di Lippo Vanni, raffiguranti Storie della vita della Vergine, angeli e santi, databili tra il 1360 e il 1370.

Impressionante come l’artista abbia sfruttato l’architettura della finestra per metterla in prospettiva con il dipinto. Si tratta infatti di una delle prime realizzazioni di questo tipo da cui poi hanno preso spunto altri grandi artisti. Una novità all’epoca che in molti hanno poi copiato e riusato nei secoli a venire.
ULTIMA SOSTA PRIMA DI SIENA
Terminata la visita all’Eremo, anziché rifare la strada che avevamo fatto, tagliamo dal sentiero che parte dietro la chiesa sotto al bosco per arrivare a ricongiungerci al sentiero della tappa numero 33 della via Francigena.

Esattamente all’intersezione di queste due strade troviamo una panchina ed una fontanella. Visto che era quasi ora di pranzo ci fermiamo ed iniziamo a mangiarci i panini che ci eravamo preparati il giorno prima a Monteriggioni.

Ovviamente con mio padre e gli altri pellegrini di Gessate. Non dimenticate di fare il pieno di acqua qui mi raccomando! Sarà forse l’unica fontanella che troverete per i prossimi chilometri.
LA PIRAMIDE
Finito il pranzo ed alleggerito lo zaino, la strada prosegue in leggera discesa verso la pianura ed è dopo nemmeno un chilometro che incrociamo la Piramide che mi aveva segnalato il professore Fausto Landi.

Questa struttura che in realtà è più un obelisco, ricorda la settecentesca bonifica dell’area sottostante chiamata Pian del Lago.

Questa enorme opera idraulica fatta, inizialmente da un senese di nome Francesco Sergardi Bindi, dove vi spese gran parte della sua fortuna. Fu poi portata a termine dal Granduca Leopoldo che se ne prese tutto il merito. Il povero Bindi cadde nel dimenticatoio ma fu lui a fare la maggior parte del lavoro e degli sforzi economici.

Questa Piramide segna anche l’inizio del canale del Granduca, un tunnel di circa due chilometri perfettamente conservato e ancora agibile, che servì per permettere il deflusso delle acque.

Sulla tabella descrittiva è riassunta la storia della piramide e del canale. Potete leggerla quando ci arriverete.
IL CANALE DEL GRANDUCA
Esattamente sotto alla piramide, dietro la staccionata di legno, si può scendere al livello del tunnel percorrendo degli scalini creati tra le radici di un albero.

Questo antico Tunnel seminascosto chiamato il Canale del Granduca, è un luogo quasi magico che dimostra tutto l’ingegno dei costruttori del passato. I lavori per il Tunnel del Granduca furono iniziati nel 1766, come scritto dalla targa posta sull’arco dell’ingresso e si conclusero nel 1781. In parte è stato costruito in muratura ed in parte scavato della pietra.

Ho percorso solo poche decide di metri del tunnel e la temperatura di colpo si è abbassata di dieci gradi . Anche in estate, se volete percorrerlo, vi conviene portarvi una felpa, una torcia ed un impermeabile perché dal soffitto le gocce vi bagneranno la testa. L’acqua del canale difficilmente supera i dieci centimetri di altezza ma la galleria è larga e alta abbastanza da poter essere comodamente percorsa da tre uomini uno di fianco all’altro.
ULTIMI CHILOMETRI VERSO SIENA
Dopo la priamide la strada si fa in leggera salita per 600 metri fino ad incrociare una strada asfaltata.

Attraversiamo sulle strisce pedonali e troviamo di nuovo il sentiero che parte dentro alla boscaglia. Qui il masso bianco con le scritte rosse ci dice che mancano circa 8 chilometri a Siena. Mio padre faceva il citrullo pensando di essere già arrivato a Siena.

Il sentiero prosegue dentro un bosco per un chilometro e mezzo circa fino a sfociare di fianco ad un cimitero. Da qui la tappa numero 33 della via Francigena si prosegue solo su asfalto e finisce il sentiero in sicurezza. Almeno così è scritto sul cartello. In realtà passano poche macchine quindi si può stare tranquilli sul ciglio della strada. Al cimitero mancano solo sei chilometri a Piazza del Campo e cinque a porta Camollia.

Dopo il cimitero, la salita è bella ripida. Io e mio padre l’abbiamo fatta tutta d’un fiato. La strada dopo la salita gira a destra e prosegue in discesa passando sotto alla tangenziale Ovest di Siena. Dopo il passaggio sotto al ponte ci appare il cartello Siena. Anche Francesco, che vedere in foto con la maglia Gialla, non credeva ai suoi occhi. Che gioia!

L’adrenalina e l’euforia ci fa spingere sull’acceleratore per questi ultimi quattro chilometri. La strada asfaltata incrementa la sua pendenza ma noi non molliamo e tiriamo avanti a testa bassa. Non si molla di una virgola. L’adrenalina dell’ormai prossimo arrivo a Siena non ci fa più sentire nessun dolore!

Arrivati ad una rotonda si prosegue dritti verso via Cammillo Benso di Cavour e poi per Viale Vittorio Emanuele Secondo, fino alla bellissima porta Camollia. Qui, iniziamo a respirare il profumo di Siena, manca l’ultimo chilometro dai!
PIAZZA DEL CAMPO
L’ultimo chilometro nemmeno l’ho sentito. Le gambe andavano da sole. Attraversiamo l’arco che mi porta in Piazza Campo ed il tempo di esultare e crollo a terra esausto. Rimaniamo babbo, io e Francesco in attesa degli altri pellegrini di Gessate.
La foto di rito una volta tutti assieme non poteva certo mancare mancare. ringrazio tutti quelli che ho trovato fino a qui sul cammino, che mi hanno incitato, supportato e rasserenato nei miei piccoli momenti di sbandamento e di stanchezza. Grazie al fantastico gruppo di Gessate che ci ha annesso al loro gruppo di cammino.

Subito dopo l’arrivo a Siena, dobbiamo correre per tornare a casa in treno. Domani devo rientrare a lavoro ed il treno non mi aspetta. A proposito di treni e Francigena: ricorda che i pellegrini che hanno la credenziale hanno diritto ad uno sconto sconto sui treni Regionali. Trovi tutto nella sezione dedicata agli sconti qui in questa pagina del sito della via francigena sempre aggiornato. Quando l’ho fatto io avevo il 10% di sconto sul costo del biglietto regionale. In futuro cambierà per questo è meglio se visiti il link sopra.

Ovviamente, chi mia ha seguito su Facebook o su Instagram, saprà che la mia Via Francigena non è finita qui a Siena sulla tappa 33 ma si è conclusa a Roma. Percorrerò tutta la tratta da Siena a Roma vari mesi dopo. Iscriviti ai miei social per non perderti le prossime tappe!
DOVE DORMIRE E DOVE MANGIARE
Potrei darvi tantissime indicazioni su dove dormire e dove mangiare ma come sapere questi posti dove pernottare o dove fare ristoro sono in continua evoluzione e in continuo cambiamento. Ho trovato molti luoghi dopo Siena chiusi dopo la pandemia e che non hanno mai più riaperto. Per cui vi rimando direttamente al sito ufficiale in questa pagina dove terranno costantemente aggiornati gli ostelli, i ristoranti, gli alberghi e tanto altro. In questo modo sono sicuro di darvi informazioni aggiornate sempre e non rischiare di farvi perdere del tempo telefonando a strutture chiuse.
Ricordati di vedere anche il video di questa tappa della Via Francigena. Ti rimetto il video sotto e di sostenermi, con l’iscrizione ai miei vari social, Instagram o Youtube se hai trovato info utili e se ti è piaciuto qualcosa in generale. Ci metto passione, cuore e tempo libero. Grazie se vorrai sostenermi. Non perderti la prossima tappa! Ciao
Vi ringrazio se siete rimasti con me fino ad ultimo se vi è piaciuta questa tappa numero 33 della via Francigena, lasciami un like oppure iscriviti per non perdere i miei prossimi video. Alla prossima ciao e buon cammino!
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HERMITAGE SAN PIETROBURGO INFO
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