VIA FRANCIGENA TAPPA 43
In questa tappa 43 della via Francigena proseguirò il cammino iniziato a Lucca i giorni precedenti. Se non hai visto le puntate precedenti di questo mio cammino sulla via Francigena, vai a vederle sul mio canale perché ti sei perso le migliori tappe della via Francigena in Toscana.
SCORRI TRA LE TAPPE
⬅️TAPPA 42 – TAPPA 44 ➡️
Di seguito ti riassumo quanto fatto e se non lo hai visto vai a vedere il mio video su YouTube qui sotto e se ti piace lasciami un “mi piace”. 👍 Questo mi aiuterà a crescere ed a far conoscere questi video a più persone. Grazie! 😄
Non fatevi ingannare dalla lunghezza del post. Ci sono tantissime immagini!
Partiamo! La credenziale del pellegrino l’avevo già acquistata in precedenza all’info point a San Miniato, città che dista solo 20 chilometri da casa mia, pagando i 5 euro in contanti. Se non sai cosa è la credenziale, ti invito a leggere questo primo post sulla via Francigena che ti spiega esattamente che cosa è il cammino e tutto ciò che gli ruota attorno in termini di credenziali, timbri e testimonium.
INDICE
VIA FRANCIGENA TAPPA 43
ALTIMETRIA

DATI TECNICI
💪 Difficoltà: Medio 🟠🟠🟠
📍 Partenza: Sutri (Anfiteatro)
📍 Arrivo: Campagnano di Roma (Chiesa del Gonfalone)
🛣️ Distanza: 27 chilometri
⏱️ Tempo di percorrenza a piedi: 6.30 h senza soste
🚰 Quanta acqua portare: 2 litri
↗️ Dislivello in salita: 350 m
↘️ Dislivello in discesa: 390 m
⬆️ Quota massima: 285 m (Campagnano di Roma)
Strade pavimentate: 27%
Strade sterrate e carrarecce: 44%
Mulattiere e sentieri: 29%
🚴♂️ Ciclabilità: 98%
Come arrivare al punto di partenza: Linee FS Roma-Viterbo, stazione Capranica-Sutri; Autolinee Cotral (tel.0672051)
SUTRI
Buongiorno da Sutri. Ho dormito benissimo stanotte nel silenzio della mia cameretta singola al B&B il Seminario. Nel locale con me c’erano altre persone ma non le ho mai viste e mai sentite per tutto il tempo.

Il tempo di fare colazione prendere ovvero il cornetto al cioccolato ed il succo di frutta compreso nel costo dell’alloggio e riparto verso il parco dell’antichissima città di Sutri.

I miei amici sono da Salza e ieri sera ci siamo dati appuntamento all’anfiteatro proprio dopo la discesa dal centro città, davanti al parcheggio delle auto.

Sopra la città di Sutri stamattina ci sono nuvole e foschia. Molto bello e molto fotogenico specialmente dall’alto.

Oggi la cartina mi indica che dovrò fare circa 25 km da Sutri fino a Campagnano di Roma, passando per Monterosi e le cascate di Monte Gelato. Come acqua oggi decido di portare come me 2 litri perché come sempre non so se ci saranno fontanelle attive.

Manuela e Davide arrivano puntuali al parco dell’antichissima città di Sutri e dopo aver ottimizzato gli zaini e sistemato le cinture di chiusura, ripartiamo. Volendo potremo scorciare la tappa passando da dietro l’Anfiteatro e percorrere parte della via Cassia. L’idea iniziale mia era quella, di prendere la strada più breve. ma nel dubbio di sbagliare strada torniamo indietro e prendiamo il sentiero che allunga il percorso di 3,5 chilometri passando più a nord. Consiglio di fare la via più breve.
PARTENZA

All’inizio il percorso della tappa numero 43 della via Francigena parte in salita su asfalto, costeggiamo varie abitazioni nella periferia di Sutri. La Campagna si apre davanti a noi con vari trattori che stanno arando la terra.

Al chilometro 5 circa troviamo la prima fontanella vicino ad una serie di abitazioni con anche una piccola panchina. Per il momento è stato quasi sempre terreno duro sotto ai piedi.

La tappa arriva due volte ad attraversare due strade asfaltate, la prima su una provinciale poco trafficata mentre l’altra una più trafficata. In entrambi i casi si deve attraversare e proseguire sempre dritto.

Arriviamo finalmente in una una strada bianca che costeggia sempre grandi distese dove troviamo una branco di pecore al pascolo con un cane pastore.

Meglio non avvicinarsi troppo per non rischiare che il cane sia troppo protettivo. La strada si trasforma in sterrato per poi tornare strada bianca.

Attraversiamo un torrente che passa attraverso una serie di alberelli.
Una strada bianca sempre dritta si presenta davanti a noi con cancelli di ferro e qualche teschio di mucca sopra il cancello in stile vecchio west americano.

GOLF NAZIONALE
Il dirizzone arriva ad un’altra strada asfaltata proprio davanti al centro da Golf Nazionale.

Proprio davanti all’ingresso del centro sportivo c’è una panchina dove possiamo fare sosta ed un tabernacolo che trabocca acqua da tutte le parti.

L’acqua non sembra potabile e preferiamo non rischiare di bere qualcosa che potrà farci male più avanti.

Il fatto che sia molto fredda io e Manuela decidiamo di immergere i piedi, piedi, caviglie e polpacci all’interno per beneficiare dell’effetto rinfrescante. Davide come al solito non vuole unirsi a noi ma con pazienza lo convinciamo in modo da affievolire il dolore ai piedi. L’acqua così fredda non piò fare che solo bene.

Stamani c’è un umidità nell’aria da paura e stiamo sudando anche più del dovuto. Le previsioni danno pioggia nel pomeriggio dopo le 17 e dobbiamo andare belli spediti per arrivare in tempo prima di quell’orario. Chissà dove saranno Marco e Nicole oggi. Speriamo di trovarli più avanti.

Riprendiamo il cammino della tappa 43 della via Francigena su asfalto in salita, costeggiando il campo da golf Nazionale. La strada che poi sarà un lunghissimo dirizzone si chiama Via di Sutri vecchia.

Passiamo proprio nel mezzo ai campi verdi. I prati attorno a noi sembrano non avere una fine. Le colline sembrano identiche allo sfondo di Windows XP e l’erba è tagliata al millimetro. Alla nostra sinistra c’è il lago di Monterosi che però non è visibile dalla nostra posizione ma dall’alto si vede benissimo.
MOTEROSI
La strada ci porta fino alla periferia di Monterosi. Qui in città oggi dobbiamo incontrare la cugina di Manuela che ci ha voluto intercettare sul nostro cammino per offrici qualcosa da bere e da mangiare.

Proseguiamo sempre in leggera salita fino all’incrocio con la Chiesa Barocca di San Giuseppe. Attenzione a questo pezzo, non fatevi distrarre perché rischiate di andare a dritto. Si deve girare in via dei Caduti di Tutte le Guerre proprio sulla piazza dove c’è la fontana e la chiesa. Vi ho detto questo perché se procederai a dritto dopo sarà difficile attraversare e tagliare. Dovrete per forza tornare indietro.

Poco prima di arrivare alla rotonda dello svincolo della superstrada, giriamo a sinistra in via Dei Tigli e fatti appena 100 metri arriviamo alla casa della cugina di Manuela, che ci offre da bere, dei salumi freschi, del formaggio e del pane. Per sapere se erano buoni chiedete a Davide o guardate la sua faccia nel video dopo aver mangiato. Parla da sola. 😀

La cugina di Manuela ci spiega che negli anni scorsi proprio accanto a lei era aperto e funzionante un B&B. I pellegrini che transitano da qui spesso le suonano per chiedere informazioni.

Per questo ha deciso di attrezzarsi per dare modo ai pellegrini di pernottare e sostare a Monterosi. La tappa volendo si può dividere in modo diverso rispetto a come l’abbiamo fatto noi. Ad esempio potete fare Vetralla-Moterosi (30km) e Monterosi-La Storta (30km) anziché le tre tappe da 20km che abbiamo fatto noi.

Insomma ripartiamo e ringraziamo la cugina per il rifornimento fatto.
UN NUOVO AMICO

Ritorniamo indietro sulla via Dei Tigli e imbocchiamo di nuovo il marciapiede protetto che costeggia lo svincolo della super strada.

In questo esatto punto incrociamo un nuovo pellegrino: Pierfrancesco che vi presenterò più avanti nell’articolo.
Dopo aver percorso tutto il marciapiede protetto arriviamo davanti ad un bivio dove si può scegliere se proseguire sulla Via Cassia su asfalto oppure girare a destra su una strada bianca che passa in campagna.
La prima opzione su asfalto è la più breve ma più pericolosa perché sulla cassia sfrecciano le auto e non c’è un vero e proprio ciglio della strada. Camminiamo quasi sulla carreggiata delle auto. Sconsiglio fortemente di percorrere la tappa 43 della via Francigena in questo modo.
La seconda parte passa in campagna su una strada bianca, è più sicura ma allunga il percorso di 4 km.
Mi fido ciecamente di quanto ci consiglia di fare il cartello e per quanto ho letto su internet nei giorni prima della partenza.
IN questo tratto parliamo un po’ con Pierfrancesco, che ha la mia stessa età ma il doppio degli addominali miei come si può vedere in foto sotto. 😆

Abita nella provincia di Pistoia ed è partito da Viterbo da solo come noi e siamo felici di poterlo integrare nel nostro gruppo. Pierfrancesco è molto simpatico e come quasi ogni toscano è molto scherzoso ed intelligente. Ha passato le vacanze nelle settimane precedenti al relax al mare ed ora “sapendo quanto ha peccato è venuto sulla Francigena a purificarsi”. Parole sue.
Scherzi a parte, finalmente il paesaggio torna ad essere verde ed a tratti boscoso. Il caldo si fa sentire ed il sole è alto nel cielo.

Passiamo davanti ad un Maneggio dove ci sono dei piccoli puledri che proviamo a chiamare da lontano ma senza esito.

Manuela oggi sente dolore al piede e chiede se qualcuno ha un piede di ricambio da darle.
La strada bianca arriva ad un incrocio con una strada asfaltata. La via Francigena gira a destra dentro ad una zona alberata.

L’INCONTRO INASPETTATO
Il parco della Valle del Treja è molto vicino adesso mancano meno di due chilometri. Appena usciti dal sentiero bianco, svoltiamo a destra su asfalto, incrociamo una macchina che si sofferma davanti a noi. All’inizio non avevo capito bene la situazione ma poi Manuela, urla Adriana in stile Rocky Balboa.

Capiamo che erano suoi amici e che li ha trovati per caso, anche loro qui sul sentiero. Insomma dopo lo stupore generale ce li presenta e Manuela ne approfitta per dargli le chiavi dell’auto visto che abitano proprio accanto a lei ed in questo modo possono spostarle l’auto che era parcheggiata alla stazione.

Salutiamo i due amici di Manuela e proseguiamo il cammino sulla Via Francigena sempre su asfalto.
VALLE DEL TREJA
La via serpeggia curvando a destra e sinistra fino all’ingresso del Casale sul Fiume Treja uno grande spazio verde naturale di 10 ettari con tantissimi animali liberi, giochi e bambini che si divertono in compagnia delle loro famiglie.

D’estate è sempre aperto mentre d’inverno soltanto il week-end. Il costo per accedere all’area è di 10€ per gli adulti, i bambini dai 3 ai 10 anni pagano 5 euro mentre per i bambini da 0 a 3 non pagano. Dopo le 17:00 però non si paga.

Esattamente sul lato opposto del parco della Valle del Treja ci sono le cascate di Monte Gelato.

Secondo me il miglior posto di oggi per riposare e rinfrescarsi. Noi facciamo proprio così, ci togliamo scarpe e calzini ed entriamo in acqua.

Le Cascate di Monte Gelato sono diventate famose nel mondo grazie al cinema. Fu Roberto Rossellini a scoprirle e renderle famose con il suo film “Francesco, giullare di Dio” del 1950. A partire da quel momento diventò una location ambita per molti altri film, ad esempio in Superfantozzi.

Vi ricordate quando Fantozzi trova Excalibur, quella scena è stata girata qui in questo posto. Oppure la scenda di Terence Hill quando fa il bagno con due ragazze nel film Lo Chiamavano Trinità anche quella è stata girata qui in questo luogo.

Il fiume Treja è bellissimo perché riesce a superare molti dislivelli dando origine a tante cascate immerse nella natura. Fermatevi anche solo per vederle, se non volete fare sosta, perché sono bellissime.

Volendo per i più resistenti si può arrivare fino al vecchio mulino, ai piedi della prima cascata. Di acqua ce n’è tanta, ma attenzione che è inquinata e quindi non potabile.

Possiamo però fare tranquillamente il bagno! Ci sarebbe da esplorare ancora per molto ma è già tardi e dobbiamo proseguire sul sentiero.

In lontananza il cielo si fa scuro e qualche tuono all’orizzonte ci spinge a sbrigare i preparativi per il rientro. Le previsioni davano acqua per dopo le 17 ma probabilmente la farà anche prima.
VERSO CAMPAGNANO
Usciamo dalle cascate, percorriamo il ponte e ci fermiamo al bar ristorante di fronte al parcheggio per comprare qualcosa di fresco da bere.

La tappa numero 43 della via Francigena passa sempre per la strada asfaltata per poi entrare in campagna su una strada sterrata. Alla nostra destra c’è l’autodromo di Vallelunga ma non è visibile perché la vegetazione copre il panorama circostante.

Mancano circa 6 km e l’ultimo tratto è immerso in un nuovo parco, il “Parco regionale di Veio”.

Qualche goccia di pioggia inizia a scendere proprio negli ultimi chilometri di percorso. I tuoni si fanno sempre più forti e qualche lampo all’orizzonte. La cosa strana è che c’è il sole!

Campagnano di Roma si materializza all’orizzonte sulla roccia tufacea. Devo mettere dentro il materiale elettronico coprire il telefono e lo zaino altrimenti rischio di compromettere tutto il lavoro video fatto fino ad ora.
CAMPAGNANO DI ROMA
Per arrivare fino alla città finale c’è da fare un ultima e ripida salita. L’arrivo è veramente tosto perché si sale tantissimo gli ultimi metri. Il borgo da questa parte è molto bello come si può vedere dalla foto che ci siamo scattati all’arrivo qui sotto. Ricorda molto Capranica e Vetralla.

Passiamo davanti alla Parrocchia di San Giovanni Battista dove c’è un bellissimo alloggio, dove ci sono camere spaziose e dei bagni nuovissimi a confronto con altre strutture. Un frigo pieno di bibite a disposizione ed una sala con biliardino. Questo è quanto mi ero informato perché non siamo stati qui a dormire ma siamo andati dalla Cugina di Manuela (un’altra) che ci ospiterà sia per cena che per la nottata.

La cugina di Manuela, Susi, ci viene a prendere in auto e ci porta presso la sua abitazione che è distante circa 2 chilometri dal centro. Niente paura domani ripartiremo da dove ci ha prelevato senza tagliare o accorciare il cammino.

Il tempo di sistemare gli zaini e Susi ci chiede se volevamo fare una lavatrice, non ce lo facciamo ripetere due volte e ci facciamo lavare tutti i panni. Intanto ci facciamo la doccia e ci riposiamo un po’ fuori con i cani.

Decidiamo di metterci seduti ed aspettare che smettesse. Fortunatamente dopo circa 20 minuti saliamo in macchina e ripartiamo in direzione del centro dove ci aspettavano Nicole, Marco e Pierfrancesco.
COSA VEDERE A CAMPAGNANO DI ROMA
Campagnano è uno dei primi comuni in provincia di Roma ma non è una grande città, ha poco più di 10.000 abitanti. Non ci sono tantissime cose da vedere in città. Onestamente eravamo piuttosto stanchi e anche io ho girato poco perla città.

Il paese sorge su un’altura di roccia tufacea, me ne sono accorto per la salita e passeggiando per le vie del centro trovo la Chiesa del Gonfalone, risalente al 16 secolo, la torre dell’orologio è stata aggiunta successivamente e poi possiamo vedere la Collegiata di San Giovanni Battista.

In Piazza Cesare Leonelli c’è la bellissima Fontana dei Delfini (che secondo alcuni sarebbe opera del Vignola) ed il Palazzo Comunale. In corrispondenza della Porta Medievale c’è il Palazzo Venturi, sede del Museo archeologico e della biblioteca.

APERITIVO A CAMPAGNANO
Poco prima di cena ci ritroviamo tutti al Bar per fare un aperitivo e Nicole e Marco conoscono Pierfrancesco. Non perdetevi la parte del video perché Nicole vi fare ridere parlando e scherzando sul mostro della Francigena.

La serata con gli amici pellegrini si conclude così dopo l’aperitivo. Dovevamo rientrare di nuovo a casa della cugina di Manuela per cenare e dormire.

Salutiamo Nicole, Marco e Pierfrancesco che rientreranno all’hotel.
CENA
Torniamo con l’auto a casa di Susi e finalmente ci facciamo una meritata cena.

Siamo stati da Dio. A confronto con gli standard del pellegrino qui sembrava di essere in un hotel a cinque stelle. Grazie di nuovo a Susi per averci preparato una cena così buona.

Roma è vicina, vicinissima, domani sarà l’ultima lunga giornata di cammino prima dell’ingresso trionfale nella città eterna.

Non perdetevi la penultima tappa ovvero la numero 44 della via Francigena.
Ciao!
DOVE DORMIRE E DOVE MANGIARE
Vi rimando direttamente al sito ufficiale in questa pagina dove terranno costantemente aggiornati gli ostelli, i ristoranti, gli alberghi e tanto altro. In questo modo sono sicuro di darvi informazioni aggiornate sempre e non rischiare di farvi perdere del tempo telefonando a strutture chiuse.
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HERMITAGE SAN PIETROBURGO INFO
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